[blogo-video id=”204670″ title=”Siri – Quando era un’App non Ufficiale” content=”” provider=”brid” video_brid_id=”” video_original_source=”” image_url=”https://s3.eu-west-1.amazonaws.com/video.blogo.it/thumb/m3pkMf99-640.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”229591″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMjA0NjcwJyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSBjbGFzcz0nbXBfdmlkZW9fdGhlbWUgaWZyYW1lX19tcF92aWRlb190aGVtZScgc3JjPSJodHRwczovL21lbGFibG9nLmFkbWluLmJsb2dvLml0L3ZwLzIwNDY3MC8iIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj0idHJ1ZSIgd2Via2l0YWxsb3dmdWxsc2NyZWVuPSJ0cnVlIiBtb3phbGxvd2Z1bGxzY3JlZW49InRydWUiIGZyYW1lc3BhY2luZz0nMCcgc2Nyb2xsaW5nPSdubycgYm9yZGVyPScwJyBmcmFtZWJvcmRlcj0nMCcgdnNwYWNlPScwJyBoc3BhY2U9JzAnPjwvaWZyYW1lPjxzdHlsZT4jbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMjA0Njcwe3Bvc2l0aW9uOiByZWxhdGl2ZTtwYWRkaW5nLWJvdHRvbTogNTYuMjUlO2hlaWdodDogMCAhaW1wb3J0YW50O292ZXJmbG93OiBoaWRkZW47d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9ICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18yMDQ2NzAgLmJyaWQsICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18yMDQ2NzAgaWZyYW1lIHtwb3NpdGlvbjogYWJzb2x1dGUgIWltcG9ydGFudDt0b3A6IDAgIWltcG9ydGFudDsgbGVmdDogMCAhaW1wb3J0YW50O3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7aGVpZ2h0OiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fTwvc3R5bGU+PC9kaXY+”]
Sin dal momento del suo debutto, con iPhone 4s nel lontano 2011, Siri è costantemente migliorata, sia nella comprensione dei comandi che nella pronuncia. Ma secondo il suo creatore, Apple chiede troppo all’assistente virtuale; testuali parole: “cercano un livello di perfezione che non si può raggiungere.”
Forse qualcuno se lo ricorderà ancora. Siri non è una creazione totalmente originale di Cupertino: era un prodotto creato da SRI International, lanciato come app iOS a febbraio 2010, e acquisito da Apple poco dopo. Di lì in poi la storia la conosciamo tutti: ad ogni principale aggiornamento di iOS, abbiamo potuto godere di piccoli ma costanti miglioramenti nell’assistente virtuale. Ma il rischio è di alzare l’asticella dove non era previsto che arrivasse.
Norman Winarsky, presidente di SRI International al tempo dell’acquisizione, afferma che Siri non era nata per questo: la sua intelligenza era notevole, ma limitata ad alcuni specifici ambiti: viaggi e intrattenimento. I suoi creatori non pensavano ad un assistente a 360 gradi, quanto piuttosto ad un concierge in hotel o in aeroporto. “Se dovevi arrivare in aeroporto e scoprivi che ti avevano cancellato il volo,” argomenta Winarsky, “Siri stava già cercando una tratta alternativa per riportare a casa, nell’istante in cui tiri fuori il telefono dalla tasca; e se non è disponibile alcuna opzione, avrebbe già una camera di hotel da proporre per la notte.”
L’idea dunque era di iniziare con tematiche molto ristrette e solo dopo aprire gradualmente a nuove aree correlate. Apple invece ha voluto una tecnologia che funzionasse da subito in tanti aspetti della vita digitale dell’utente, ed è questo -a suo dire- il peccato originale: “Apple tenta di raggiungere un livello di perfezione che non può ottenere.”
La sfida intanto è aperta, e vi domandiamo: come vi trovate con Siri? Considerate adeguata l’esperienza utente che restituisce? Ditecelo nei commenti, su Twitter o sulla nostra pagina Facebook.