[blogo-video id=”194648″ title=”Siri VS. Google Assistant” content=”” provider=”brid” video_brid_id=”” video_original_source=”” image_url=”https://s3.eu-west-1.amazonaws.com/video.blogo.it/thumb/xPjtQq4G-640.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”233417″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTk0NjQ4JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSBjbGFzcz0nbXBfdmlkZW9fdGhlbWUgaWZyYW1lX19tcF92aWRlb190aGVtZScgc3JjPSJodHRwczovL21lbGFibG9nLmFkbWluLmJsb2dvLml0L3ZwLzE5NDY0OC8iIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj0idHJ1ZSIgd2Via2l0YWxsb3dmdWxsc2NyZWVuPSJ0cnVlIiBtb3phbGxvd2Z1bGxzY3JlZW49InRydWUiIGZyYW1lc3BhY2luZz0nMCcgc2Nyb2xsaW5nPSdubycgYm9yZGVyPScwJyBmcmFtZWJvcmRlcj0nMCcgdnNwYWNlPScwJyBoc3BhY2U9JzAnPjwvaWZyYW1lPjxzdHlsZT4jbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTk0NjQ4e3Bvc2l0aW9uOiByZWxhdGl2ZTtwYWRkaW5nLWJvdHRvbTogNTYuMjUlO2hlaWdodDogMCAhaW1wb3J0YW50O292ZXJmbG93OiBoaWRkZW47d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9ICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18xOTQ2NDggLmJyaWQsICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18xOTQ2NDggaWZyYW1lIHtwb3NpdGlvbjogYWJzb2x1dGUgIWltcG9ydGFudDt0b3A6IDAgIWltcG9ydGFudDsgbGVmdDogMCAhaW1wb3J0YW50O3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7aGVpZ2h0OiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fTwvc3R5bGU+PC9kaXY+”]
I Google Pixel sono i primi telefono di Mountain View ad integrare Google Assistant, l’ultima versione del loro assistente virtuale. Qualcuno li ha messi a confronto con iPhone 7 Plus, per vedere chi vince: ecco il video.
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Apple VS. Google
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Nel video che vedete in cima al post, lo YouTuber Marques Brownlee pone le stesse domande, contemporaneamente, ad un iPhone 7 Plus e ad un Google Pixel; si comincia con semplici richieste su meteo, matematica, apertura delle app e timer, per poi salire di livello con faccende più complesse, tipo gli orari di chiusura dell’ufficio postale o il valore delle azioni Tesla.
E spesso, Siri arrancava laddove brillava Google Assistant; per esempio, parlando del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e della sua altezza. Da principio. Siri ha infatti cercato su Internet quanto “fossero alti gli Stati Uniti”; c’è voluta una seconda domanda più diretta per ottenere la risposta corretta anche dalla controparte Apple.
Passando allo sport, mentre Google Assistant è stato capace di identificare chi ha vinto il Super Bowl e l’attuale quarterback, Siri non è riuscita a ricollegare le due richieste. Poi, però, è stata anche l’unica a fornire risultati aggiornati sulle più recenti partite giocate dai Clippers con molte informazioni pertinenti; Google invece ha mostrato dati non aggiornati di una partita dell’anno scorso, e poco dopo ha pure toppato nell’identificazione di una canzone.
Infine, Brownlee è passato alle frivolezze, chiedendo agli assistenti virtuali di fargli un sandwich, e raccontargli storie e barzellette. E contrariamente alle aspettative, Google Assistant è stato quello più ciarliero e amabile.
Conclusioni
[related layout=”right” permalink=”https://www.melablog.it/post/194466/siri-miglioramenti-allintelligenza-artificiale-ma-ancora-troppo-inaffidabile”]Anche se probabilmente non ve ne siete accorti, di recente Apple ha ritoccato l’efficienza e l’intelligenza di Siri; peccato che questo non basti a renderla più affidabile.[/related]
Entrambi gli assistenti sono perfettamente in grado di inviare tweet, messaggi, avviare una telefonata o scrivere mail; le differenze principali sono due e riguardano l’approccio complessivo: Google Assistant capisce meglio il contesto, e sembra lievemente più prono alla battuta sagace. Siri, tuttavia, fornisce informazioni più precise e dettagliate, tra l’altro con una grafica molto più curata.
Inoltre, Siri tende a fornire le informazioni che cercavamo e a sparire, mentre Google Assistant si rivela molto più loquace leggendo le informazioni trovate; ciò può rivelarsi particolarmente seccante perché rallenta l’accesso alle informazioni, ma in determinati contesti è una manna dal cielo: per esempio, quando state guidando e non potete distrarvi guardando continuamente il display del telefono.
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