Per anni le pubbliche relazioni di Cupertino hanno goduto di enorme visibilità praticamente a costo zero. Bastava un comunicato stampa ad ogni importante rilascio di prodotto, qualche unità in prova esclusiva ad un ristretto e selezionatissimo gruppo di giornalisti e blogger, e magari un’occasionale intervista con questo o quel manager; e il gioco era fatto. Tutti gli altri media seguivano a ruota, parlando per settimane delle novità. Ora però i tempi sono cambiati, e la concorrenza costringe Apple a sporcarsi di più le mani.
La strategia messa a punto dalla mela è addirittura mefistofelica, perché persegue con astuta freddezza il massimo rendimento col minino sforzo. E d’altro canto, è una posizione privilegiata che si possono permettere solo a Cupertino e in poche altre realtà al mondo, anche se oramai gli equilibri stanno radicalmente spostandosi. Una volta, ad esempio, il dipartimento delle pubbliche relazioni Apple non avrebbe mai diramato con un comunicato stampa per l’arrivo di un update minore com’è stato iOS 6.1, eppure lo ha fatto (senza contare che, in Italia, metà delle novità neppure ci riguardano). E tanta proattività, spiega il Wall Street Journal, è del tutto insolita:
Allo stesso tempo, lo staff delle comunicazioni Apple ha iniziato in tempi recenti ad inviare resoconti di terze parti sulla società piuttosto favorevoli, incluso uno studio che prevede grossi cambiamenti nei prossimi anni: entro il 2014, Apple sarà accettata nel mondo enterprise come lo è Microsoft oggi. Apple, e virtualmente tutti i suoi competitor, inviano spesso ai reporter studi favorevoli; ma i cinque resoconti che Apple ha inviato dall’inizio dell’anno, per lo più relativi al market share mobile, rappresentano un’interessante diversione.
Diversione resa necessaria dalla “concorrenza sempre più accesa” anche se, sottolinea la testata, non si tratterebbe di un “grande cambiamento” e neppure di una netta rivisitazione del protocollo. Diciamo così: è quel tanto in più che basta per tenere viva l’attenzione mediatica come al solito. Niente di più, niente di meno.