Secondo appuntamento con la serie di spot targati Microsoft in cui, al posto della candida Lauren, compare Gianpaolo, un ragazzo che quanto a computer dice di sapere il fatto suo. Cambia il protagonista ma la solfa è la stessa: il MacBook è sexy, ma a lui serve potenza di calcolo, non un’opera d’arte.
Secondo lo smaliziato Gianpaolo, infatti, il Mac è tutta una faccenda di “estetica” mentre a lui serve portabilità, batteria e potenza. E’ uno che sa ciò che vuole, e quindi scarta il computer Apple perché – testuali parole – non vuole pagare la marca ma il computer. Così, con il suo budget di 500 propende per un HP Pavilion HDX 16t che dovrebbe avere tutto ciò che gli serve. Peccato che il portatile scelto non abbia nessuna delle caratteristiche ricercate, visto che lo schermo da 16″ ha una risoluzione di appena 1366×768, il peso è doppio rispetto al MacBook e la batteria ha una durata media dichiarata dagli utenti di 2 ore (meno di 3 è il dato dichiarato da HP).
Quanto alla potenza, l’ottimo processore 2.13 GHz Core 2 Duo P7450 è tuttavia affiancato da 4GB di RAM di tipo PC2-5300 DDR2, cioè la stessa che equipaggiava i MacBook di 3 anni fa, dando la sensazione di un computer assemblato un po’ in economia ma con un numero di GHz tale da irretire gli utenti meno esperti.
Insomma, se a questo aggiungiamo che nell’intero spot la parola “Windows” non viene pressoché mai menzionata, l’impressione è che Redmond stia cercando di provocare una ben determinata reazione per acuire e dividere gli acquirenti, fortificarne i fanatismi e costringerli a sentirsi Mac o Pc. Praticamente di rigirare la campagna Apple “Sono un Mac” a vantaggio di Microsoft:
Fanno in modo che le persone si sentano “PC”, così che Apple poi sembri maligna nel modo in cui cerca gli acquirenti. […] Non tutti vogliono un computer che è stato bagnato in lacrime di unicorno.
E se era davvero una trappola, ci siamo cascati con tutte le scarpe.