Wired Italia ha scelto Steve Jobs per la cover del numero di ottobre 2011, in edicola da oggi. Nell’editoriale del neo direttore Carlo Antonelli, il fondatore di Apple viene dipinto come l’ultimo degli “imprenditori interplanetari dallo spirito ultraproprietario e imperiale”. Antonelli riconosce nelle dimissioni di Jobs la definitiva conclusione di un’era -durata quasi 40 anni- segnata da un’espansione mentale che ha ridefinito i confini del mondo.
All’interno della rivista è dato ampio spazio al dossier intitolato Il vangelo secondo Steve Jobs incorniciato, come da tradizione Wired, in una grafica estremamente caratterizzata che riprende lo stile dei libri sacri. C’è perfino una biografia illustrata che sembra tratta dalla parete di una chiesa medievale.
Paragonare Apple a una religione con Steve Jobs come suo profeta non è certo un’idea originale ma non si può dire che non faccia ancora il suo effetto. La parola di Steve Jobs è al centro del dossier tramite una serie di interviste in cui l’ex CEO di Apple analizza e commenta i momenti più importanti della sua vita legati a doppio filo alla storia di Apple. Si passa dal Macintosh a NeXT, da Pixar all’iPod fino ad arrivare ad iOS e ai dispositivi di ultima generazione.
C’è spazio anche per una versione antichizzata della celeberrima copertina di Wired US con il logo di Apple avvolto dal filo spinato. Chiude il quadro un’intervista a Steve Wozniak, cofondatore di Apple. Woz dice la sua sui primi anni di Apple e fornisce un’analisi dell’attuale situazione della società.