Il nuovo iPhone 4 porta con sé anche alcune preoccupazioni sociali, relative alle politiche delle multinazionali nei paesi del terzo mondo. Steve Jobs ha risposto a una mail inviata da un utente preoccupato, assicurando che Apple richiede ai propri fornitori di usare pochi (sic) materiali provenienti da aree in conflitto. È lodevole la preoccupazione morale del direttore generale, sopratutto in un ambito dove spesso le multinazionali si fanno pochi scrupoli nello sfruttare la mano d’opera e le risorse dei paesi in via di sviluppo.
Ma a che cosa ci riferiamo con materiali provenienti da aree in conflitto? Prendiamo l’esempio di una delle guerre più sanguinose al mondo, quella che da decenni ormai si consuma nella Repubblica Democratica del Congo e che ha mietuto milioni di vittime dagli anni ’90.
Sicuramente le cause della guerra in Congo sono molteplici, ma sembra che dietro al conflitto etnico si nasconda la volontà di controllo delle risorse minerarie, tra cui il coltan. Il coltan, altrimenti noto come columbo-tantalite, è un minerale essenziale alla moderna industria high-tech, entra nella costruzione dei telefoni cellulari, lettori mp3 e computer. Gli interessi legati a tale minerale sono altissimi e sono in molti ormai a denunciare come le multinazionali entrino nel conflitto, alimentando di fatto la guerra civile in Congo.
Derick Rhodes è il lettore di Wired.com che ha scritto a Jobs. Il suo messaggio recita:
Ciao Steve,
Stavo pensando di comprare un nuovo iPhone domani – il mio primo upgrade da quando comprai la prima versione il primo giorno in cui fu rilasciata – me esito perché non conosco la posizione di Apple riguardo alla provenienza dei minerali usati nei suoi prodotti.
State attualmente ponendo un qualche sforzo per non usare materiale proveniente da aree di conflitto? In particolare, sono preoccupato che Apple stia usando tantalio, tungsteno, stagno e oro provenienti dal Congo Orientale mediante i suoi fornitori.
Aspettando la tua risposta,
Derick
La risposta di Steve Jobs è arrivata un’ora dopo:
Si. Richiediamo che tutti i nostri fornitori certifichino per iscritto di fare uso di pochi materiali provenienti da zone di conflitto. Ma, onestamente non c’è maniera per loro di esserne certi. Finché qualcuno non inventi un modo per risalire chimicamente alla zona d’estrazione a partire dal minerale, è un problema molto complesso.
Sent from my iPhone
Anche se Derick Rhodes si ritiene soddisfatto da quanto risposto dal direttore generale, rimane l’amaro in bocca pensando a quanto avviene in molti paesi in guerra a causa degli interessi delle multinazionali. Il gruppo Enough Project, per esempio, critica fortemente l’attitudine delle grandi compagnie in questo contesto, inclusa la Apple.
Sicuramente Apple sta facendo bene, cercando di limitare quanto può la sua influenza sui conflitti per cause di risorse minerarie. D’altra parte, sebbene sia possibile risalire attraverso l’analisi di laboratorio alla miniera d’estrazione di un minerale, questo processo dovrebbe coinvolgere tutta la catena di fornitori di Apple. Come dice Jobs si tratta di un problema effettivamente molto complesso.
Aggiornamento: Wired e Gizmodo riportano la frase di Jobs: “(…) fare uso di pochi materiali provenienti da zone di conflitto”, come un errore di battitura. Il CEO di Apple avrebbe voluto rispondere che Apple non fa uso di materiali provenienti da zone di conflitto.
[Foto Julien Harneis]