Può sembrare incredibile, eppure i figli di Steve Jobs non potevano utilizzare a piacimento i dispositivi Apple; l’uomo che ci ha convinto a sborsare migliaia di Euro per Mac, iPhone e iPad non voleva creare dei superfan.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/155764/woz-la-apple-di-oggi-non-assumerebbe-mai-due-come-me-e-steve-jobs”]Il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, non ha dubbi: la Apple di oggi, ha dichiarato, non assumerebbe mai due come me e Steve Jobs.[/related]
In una intervista rilasciata due anni fa sul New York Times, che la stampa nostrana sembra aver scoperto solo ora, lo storico iCEO ha rivelato di contingentare l’uso della tecnologia tra le mura domestiche. Alla domanda: “dunque i tuoi figli adorano iPad?” Jobs rispose seccamente:
“Non l’hanno mai usato. Limitiamo la quantità di tecnologia che i nostri figli utilizzano a casa.”
Jobs aveva avuto tre bambini dalla moglie Laurene Powell: Reed, un ragazzo di 23 anni, Erin, di 19 e Eve, di 16, ma aveva anche un’altra figlia -Lisa Brenna-Jobs di 36 anni- avuta col suo primo amore, la pittrice Chris-Ann Brennan.
Le più giovani, Erin e Eve, avevano rispettivamente 12 e 15 anni, quando fu presentato l’iPad. E se vi stavate domandando cosa facessero senza tutti i gadget che invece riempiono la nostra, di vita, la risposta ce la dà Jobs stesso nella sua biografia ufficiale, firmata da Walter Isaacson:
Ogni sera, Steve insisteva nel fare una cena al lungo tavolo della cucina, parlando di libri, storia e una gran varietà di cose. Nessuno tirava fuori un iPad o un computer. I ragazzi non sembravano affatto drogati di quei dispositivi.
Una scelta che può apparire un po’ draconiana, ma che curiosamente è anche molto diffusa nella Silicon Valley: anzi, nelle famiglie di diversi big dell’High Tech, è prassi comune. Evan Williams, fondatore di Twitter, ai figli regala libri e non gadget tecnologici; Chris Anderson, CEO di 3D Robotics, invece, viene accusato dai rampolli di essere “un fascista assieme a mia moglie perché siamo troppo preoccupati riguardo la tecnologia; dicono che nessuno dei loro amici ha le stesse regole […]. Ma ciò avviene perché noi stessi abbiamo visto i rischi della tecnologia. È accaduto a me, e non voglio che accada ai miei figli.”
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