La notizia è di quelle potenzialmente esplosive. Steve Jobs potrebbe essere costretto a dimettersi da CEO di Apple Computer Inc..
Nelle ultime settimane Apple è, infatti, nell’occhio del ciclone della SEC, l’equivalente della nostra Consob, per alcune irregolarità finanziarie che hanno già costretto alle dimissioni Fred Anderson, responsabile delle operazioni finanziarie di Cupertino, sostituito da Peter Oppenheimer, attuale CFO.
La vicenda, in pratica è la seguente.
Tra il 1997 e il 2002 Apple avrebbe emesso, a favore di alcuni propri manager, stock-option retrodatate, avvantaggiando i beneficiari e creando anomalie nei conti dell’azienda.
Pur essendo stata la stessa società ad auto-denunciarsi (cercando di attestare così la propria buona fede), le regole statunitensi in merito al comportamento delle società quotate in borsa sono rigidissime.
La posizione di Steve Jobs non è del tutto chiara: ha, infatti, dichiarato di essere stato a conoscenza dell’anomalia, di non averne compreso le reali implicazioni e, comunque, di non averne beneficiato in alcun modo.
Se la SEC dovesse accertare un suo coinvolgimento più ampio, l’iCEO sarebbe costretto alle dimissioni, lasciando la guida formale di Apple, assunta ad interim nel 1997 e diventata resa permanente.
Nel caso Steve Jobs fosse costretto a lasciare la carica, potrebbe ripetersi la configurazione che Apple aveva nei primi anni ’80, in cui Steve affiancava a un CEO (in quel caso era John Sculley) e dal quale fu poi licenziato.
Tutti gli analisti sono invece concordi nel prevedere un esito positivo per la vicenda, con Steve Jobs sempre al suo posto e un prezzo target per le azioni di Cupertino comunque in crescita.