Il fatto che i vertici di Apple non sempre dichiarino la verità è ormai un fatto risaputo. Molto spesso la ragione principale sta nel tutelare gli interessi dell’azienda evitando di dare troppo credito alle impressioni della clientela, senza precludersi la possibilità di prenderne atto e correggere il tiro. Questa volta la canzone è diversa, si parla di FaceTime.
“E stiamo cominciando a farlo fino in fondo. Stiamo andando verso sistemi standard, a partire da domani, e ci stiamo preparando a rendere FaceTime uno standard industriale aperto.” – Steve Jobs, 2010 WWDC Keynote
Quando questa tecnologia fu presentata durante il WWDC 2010, Steve Jobs dichiarò quello che leggete in alto. La promessa era che FaceTime sarebbe dovuto diventare uno standard industriale aperto. Stando a quello che dice, in Apple avrebbero cominciato a lavorarci dall’indomani di quell’annuncio.
Fermo restando che questo articolo tra qualche mese potrebbe anche rivelarsi falso (me lo auguro) il punto è che se davvero Apple avesse voluto aprire FaceTime e proporlo come standard avremmo sicuramente saputo di ingegneri impegnati nell’impresa. Skype, dopo l’annuncio di Steve Jobs, si era detta molto interessata a valutare l’utilizzo del nuovo protocollo.
A questo punto sorge il dubbio di cosa significhi “open” per Steve Jobs. Pare infatti che quell’affermazione fosse una trovata del CEO e che gli ingegneri impegnati nel progetto FaceTime non avessero la minima idea del fatto che quella tecnologia sarebbe dovuta diventare uno standard industriale aperto. Open non è solo una parola, per il mondo dell’informatica quella parola ha un senso ben preciso che poco ha a che spartire con il suo risvolto economico/commerciale. Ad oggi FaceTime non è open.
[Via Zach Holman]