Era solo questione di tempo, e sospettiamo che accadrà ancora molte altre volte fino a quando non farà più notizia. Su App Store ha fatto capolino il primo gioco creato dall’Intelligenza Artificiale di ChatGPT. Inizia l’epoca in cui letteralmente tutti possono creare applicazioni.
Leggi anche:
Google è morto: c’è molto di meglio, ed è gratis
Creare software con ChatGPT è semplice: si tratta di descrivere al chatbot il tipo di app che si aveva in mente, e di chiedergli una guida passo passo per realizzarla. È così che, un utente completamente a digiuno di programmazione, ha tirato su un gioco per iOS/macOS. In poche ore e senza sapere neppure cosa faceva: si è limitato a fare copia incolla delle istruzioni Swift ricevute direttamente in Xcode (la piattaforma di creazione software di Apple).
Il titolo di questa piccola opera, sfornata in pochissime ore, è Dodgeblob ed è già su App Store. Ovviamente, non parliamo certo di un capolavoro 3D né di un motore di rendering fantascientifico; è un infinity game semplice in stile anni ’90 e dalla grafica molto spartana, ma è comunque il primo di una lunga serie. E chissà che livelli raggiungeremo tra 1 o 10 anni.
“ATTENZIONE: questo gioco può causare un bisogno incontrollabile di schivare, galleggiare e raccogliere monete!” spiega la descrizione del gioco. E ancora:
“Ti presentiamo Dodgeblob, il gioco per iPhone follemente avvincente, per sgranocchiare monete ed evitare i nemici che ridefinirà la tua esperienza di gioco e ti lascerà desiderare di più! Inizi la tua avventura come un simpatico piccolo blob, sognando di diventare l’ultimo magnete per monete. Ma attenzione! Sinistri blob nemici sono in agguato dietro ogni angolo, tramando la tua fine.
Sei pronto a superare gli altri e rivendicare il tuo posto come top blob? È tempo di mettere alla prova il tuo istinto di sopravvivenza e conquistare lo spietato mondo di Dodgeblob!”
La Fine degli Sviluppatori?
Questo piccolo esperimento non implica che il lavoro di sviluppatore professionista sia finito; di sicuro però serviranno sempre meno figure poco specializzate o poco esperte in un determinato campo. Anzi, i più bravi saranno quelli che impareranno a integrare le AI nel proprio flusso di lavoro, e ad usarle in modo scaltro per accelerare la programmazione. Con ChatGPT-4 però chiunque può creare un’applicativo spiegando all’AI di cosa ha bisogno, e seguendo il tutorial generato allo scopo.
Come modello di linguaggio, ChatGPT-4 potrebbe essere utilizzato da un utente non programmatore per creare applicazioni in diversi modi, ad esempio:
- Assistente virtuale: L’utente potrebbe utilizzare ChatGPT-4 per creare un assistente virtuale che risponde alle domande degli utenti su un determinato argomento. Per esempio, un assistente virtuale che aiuta gli utenti a pianificare le loro vacanze o a rispondere alle domande sulle politiche aziendali.
- Chatbot: L’utente potrebbe utilizzare ChatGPT-4 per creare un chatbot che comunica con gli utenti in modo naturale e interattivo. Per esempio, un chatbot che aiuta gli utenti a trovare i prodotti giusti sui siti di e-commerce.
- Generatore di testo: L’utente potrebbe utilizzare ChatGPT-4 per creare un generatore di testo che produce automaticamente descrizioni di prodotti, articoli di blog, storie e altro ancora. Per esempio, un generatore di testo che crea recensioni di film o descrizioni di prodotti.
- Riconoscimento vocale: L’utente potrebbe utilizzare ChatGPT-4 per creare un sistema di riconoscimento vocale che interpreta e risponde alle richieste vocali degli utenti. Per esempio, un sistema di riconoscimento vocale che aiuta gli utenti a cercare informazioni su internet.
- Correttore ortografico: L’utente potrebbe utilizzare ChatGPT-4 per creare un correttore ortografico intelligente che aiuta gli utenti a correggere i loro errori di ortografia e grammatica. Per esempio, un correttore ortografico per documenti di lavoro o e-mail.
- Suggeritore di parole: L’utente potrebbe utilizzare ChatGPT-4 per creare un suggeritore di parole che suggerisce parole e frasi per migliorare il flusso e la coerenza del testo. Per esempio, un suggeritore di parole per gli studenti che stanno scrivendo un saggio o una tesina.
- Piccoli giochi: Qualcosa di simile a Dodgeblob, o magari di completamente diverso.
I Rischi Connessi
Le potenzialità sono infinite. Ed ecco perché insistiamo sul fatto che questa tecnologia cambia tutto davvero e rende obsoleto mezzo Internet e perfino Google; anzi, Bill Gates ha recentemente dichiarato che ChatGPT e le AI sono tanto rivoluzionari quanto il microprocessore, il personal computer, Internet e il telefono cellulare. Ma non è tutto rose e fiori.
Ci sono però grossi rischi collegati col fenomeno di un utente digiuno di programmazione che esegua pedissequamente le istruzioni fornite da una AI senza capirne il senso. E non parliamo solo di errori e bug, che tra l’altro possono essere corretti con la stessa AI. Parliamo di fenomeni come la dipendenza dall’AI. Se un programmatore dipende troppo dall’AI per la creazione di applicazioni, potrebbe diventare meno autonomo e meno in grado di risolvere problemi da solo. Questo potrebbe limitare la sua capacità di apprendere nuove competenze e di sviluppare la propria creatività. Un po’ come quando ci si abitua alla calcolatrice, ma in un senso molto più profondo.
Ci sono poi anche implicazioni di sicurezza. Se l’utente non comprende completamente il funzionamento dell’AI, potrebbe non essere in grado di valutare la sicurezza dell’applicazione e potrebbe non implementare adeguati controlli, con conseguenti accessi non autorizzati o violazioni dei dati.
C’è poi la questione dell’uso non etico, nel senso che potrebbe creare applicazioni che violano i diritti delle persone o che sono utilizzate in modo inappropriato. Ci aspettiamo presto di parlare anche delle prime rogne legali collegate ad un’app creata da AI e utilizzata per fini malevoli, inopportuni o fuorilegge.
Inoltre, le AI non sono perfette. Hanno alcuni limiti come la mancanza di comprensione del contesto e delle sfumature umane. Se l’utente non comprende tali limitazioni, potrebbe creare app che producono risultati imprecisi o inappropriati.
Infine, che succede se qualcuno programma la AI per scopi malevoli e poi questa AI viene utilizzata per creare un’app che inganna l’utente o nasconde funzionalità pericolose nel codice? Sembra un romanzo di Asimov, senza neppure la protezione delle tre Leggi della Robotica; eppure è l’ordine dei problemi che ci troveremo presto a dover fronteggiare. Ed è significativo che, come al solito, legislatore e società siano in tutt’altre faccende affaccendati, mentre intorno a noi il mondo cambia repentinamente e per sempre.