L’occasione era il consueto incontro con gli azionisti; il luogo, il Flint Center di Cupertino. C’era Steve Jobs che tirava fuori da un meccanismo a scomparsa il primo Mac della storia, piccolo e compatto, di fronte a un pubblico che scoppiò in fragorosi applausi.
Poi, dopo una rapida carrellata per mostrare la potenza di elaborazione, il Mac si mise a parlare, a sintetizzare in tempo reale un testo. Ed era qualcosa che nessuno aveva mai mostrato prima:
Ciao, Sono Macintosh. Si sta molto meglio fuori dalla scatola.
Abituato come sono ai discorsi pubblici, vorrei condividere con voi una massima che mi è venuta in mente la prima volta che ho incontrato un mainframe IBM: MAI FIDARSI DI UN COMPUTER CHE NON PUOI TENERE IN MANO!
Ovviamente, posso parlare, ma ora invece preferirei rilassarmi e ascoltare. Per cui, è con orgoglio inestinguibile che vorrei presentarvi un uomo che per me è stato come un padre… STEVE JOBS
Il pubblico a questo punto era in visibilio, anche perché due giorni prima era andato in onda il celeberrimo spot “1984”, quello con la scena della distruzione dello schermo e lo slogan:
Il 24 gennaio Apple Computer introdurrà Macintosh. E vedrete perché il 1984 non sarà come “1984”.
E a quanto pare, il Mac ha saputo far breccia nel cuore e nel portafogli degli utenti, se oggi nel 2019 siamo ancora qui a celebrarlo. Tanti auguri Mac. A 35 anni non sei mai stato più bello, né tanto in forma,