[blogo-video provider_video_id=”-z4NS2zdrZc” provider=”youtube” title=”Apple Steve Jobs Heres To The Crazy Ones” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=-z4NS2zdrZc”]
La celebre campagna Think Different non ha avuto una gestazione facile. Per lo meno non facile come viene raccontata in JOBS, il film sullo storico iCEO con Ashton Kutcher. Lo ha rivelato nientemeno che Ken Segall stesso, il direttore creativo della campagna a quei tempi, in una intervista a Macworld.
Il testo era solenne e un filo guerriero, proprio il tono che cercavano al tempo per enfatizzare la diversità del Mac rispetti agli altri computer sul mercato, e la sua spiccata propensione ai lavori creativi. Erano oggettivamente belle parole:
Questo film lo dedichiamo ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo.
Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.
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“Per darvi un’idea di quel che era lavorare con quell’uomo,” spiega Segall, “immaginate di essere in questo auditorium vuoto e solitario; ha appena finito di leggere il testo, e le sue parole risuonano ancora nell’aria; poi c’è stata una lunga pausa e ha detto: ‘basta, io me ne vado. È un’idea orribile.’ E se n’è andato. Mi ricordava un po’ il film di Roger Rabbit, quando c’era quel personaggio adorabile che poi, a telecamere spente, tira fuori il sigaro e inizia a imprecare contro chiunque.”
In realtà, Jobs amava il testo in sé; quel che non gli andava a genio era l’immagine di se stesso che parla di fronte ad una platea vuota; la gente, diceva, l’avrebbe preso per un egocentrico e non avrebbe ascoltato il suo messaggio:
Era in ritardo quando ha detto: ‘Sono molto occupato oggi, non ho tempo per questo. Non mi piace questa idea, quindi la leggerà e poi me ne andrò. E così fece.”
Alla fine la spuntò lui. La voce fu prestata infatti da Richard Dreyfuss, e il pezzo che sentito qui sopra finì archiviato in qualche cassetto dal quale riemerse solo alla morte di Jobs. E ora è virale.
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