Nelle scorse ore, Tim Cook ha accettato il premio “Coraggio contro l’Odio” dell’Anti-Defamation League in occasione di un summit su odio e antisemitismo. Al consueto discorso di ringraziamento, ha attaccato con inconsueta veemenza coloro i quali “spargono odio, divisione e violenza” e il messaggio è inequivocabile: “non c’è posto per voi sulla nostra piattaforma.”
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Su questo argomento, Apple ha preso una decisione irremovibile:
Sin dai primi giorni di iTunes fino ad Apple Music oggi, abbiamo sempre proibito la musica con messaggi di supremazia bianca. Perché? Perché è la cosa giusta da fare.
E l’abbiamo mostrato quest’anno: non daremo una piattaforma ai teoristi delle cospirazioni violente su App Store. Perché? Perché è la cosa giusta da fare.
Amici miei, se non possiamo essere chiari sulle questioni morali come queste, allora abbiamo grossi problemi.
Ad Apple, non abbiamo paura di dire che i nostri valori guidano le nostre decisioni. E perché dovremmo? Fare quel che è giusto, creare esperienze libere da violenza e odio, esperienza che diano voce alla creatività e alle nuove idee è quel che ci chiedono i clienti.
[…]
Dopotutto, la storia è piena di esempi di quel che accade quando il potere, e coloro i quali dovrebbero avere giudizio, invece si voltano dall’altra parte. Credo che la cosa più sacra che ognuno di noi possiede sia il giudizio. L’etica. Il nostro innato desiderio di separare il bene dal male. Scegliere di accantonare questa responsabilità nei momenti di prova è peccato. Come individui, abbiamo il potere di sapere e sentire e agire, dovremmo esercitarlo costantemente.
Da quando è diventato CEO, Tim Cook ha dato sempre un’importanza vitale ai valori di inclusione e diversità, ponendosi di traverso con la presidenza Trump sulla questione dei migranti, per esempio, e su quella dell’omo-transfobia. Una posizione scomoda, ma condivisa dall’intera Silicon Valley, che ha dato ciclica visibilità a questi temi nel corso del tempo.