Nella lista dei Più Grandi Leader Mondiali di Fortune, quest’anno trovano posto molti personaggi piuttosto eterogenei, come papa Francesco e Bill Clinton, il Dalai Lama e Jeff Bezos di Amazon; e tra di essi, immancabilmente, c’è pure lui: Tim Cook in 33esima posizione.
“Fare seguito a Steve Jobs,” spiega Fortune, “è probabilmente l’investitura corporate più dura degli ultimi decenni. Ciononostante, Tim Cook se l’è cavata bene col suo quieto aplomb. In due anni e mezzo è riuscito a far girare senza intoppi il carosello dei nuovi prodotti (i display Retina, i nuovi Sistemi Operativi, l’iPhone 5), e ora ha portato la salvatrice di Burberry, Angela Ahrendts, a gestire la catena Apple Store. Questo sì che è think different.”
Ovviamente, e come avrete intuito, a determinare la classifica non ci sono rigidi algoritmi matematici, ma solo una serie di linee guida, arbitrariamente decise da Fortune ma ragionevolmente condivisibili. Il che spiega per quale ragione, nella medesima lista, trovano posto anche Angelina Jolie e Bono per l’impegno profuso nelle campagne di beneficenza, o Derek Jeter per il solo fatto di non aver mai assunto steroidi. Lo spiega il magazine stesso:
Abbiamo tirato una linea di demarcazione tra i leader e le persone mirabili o potenti, ma che non sono leader multiformi. Gestire semplicemente una grossa organizzazione o rivestire un ruolo di grande influenza non è un un requisito sufficiente per finire in questa lista. Tutti i candidati dovevano essere attualmente in carica; per cui, niente leader in pensione o scomparsi, come ad esempio Nelson Mandela. Abbiamo chiesto a diversi esperti di suggerire candidati, abbiamo messo assieme le loro idee con le altre fornite dai giornalisti di Fortune, e abbiamo sintetizzato le nostre nomine con gli esperti nei rispettivi campi. Poi, abbiamo stilato il nostro giudizio finale partendo dall’assunto che, sebbene la leadership non sia quantificabile, tutti la riconosciamo quando la vediamo.
Come già detto Tim Cook è al 33esimo posto; Angela Merkel al secondo, Bono all’ottavo e il Dalai Lama al nono. Bezos al decimo, Christine Lagarde al 13esimo, e Malala Yousafzai al 34esimo.