I computer fissi di Apple non vengono aggiornati da tempo immemorabile, ma presto le cose cambieranno. Tim Cook in persona promette l’arrivo di nuovi prodotti: quando, non è dato sapere.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/195784/imac-apple-risarcisce-la-riparazione-del-piedistallo”]Il piedistallo di alcuni iMac tende a rompersi col tempo; se è capitato anche a voi, Apple riparerà gratuitamente il danno. E se avete già pagato per l’intervento, sarete rimborsati.[/related]
[related layout=”right” permalink=”https://www.melablog.it/post/195361/apple-abbiamo-sperimentato-i-mac-touch-screen-ma-erano-un-errore”]Apple ha inseguito per anni l’idea di un Mac con Touch Screen, ma alla fine ha lasciato perdere. E tutti gli sforzi si sono concentrati piuttosto sulla Touch Bar del nuovo MacBook Pro: ecco perché.[/related]
Sono la bellezza di 434 giorni che l’iMac non viene aggiornato (contro una media di 317) e ben 797 giorni che non viene toccato il Mac mini (media di 438), eppure non tutto è perduto. In una nota ai dipendenti, Tim Cook in persona ha promesso l’arrivo di “Desktop grandiosi” nei prossimi tempi.
“Qualcuno nei media ha messo in dubbio il nostro impegno nei computer desktop. Se ci fosse anche solo il benché minimo dubbio anche tra i nostri team, lasciatemelo dire in modo molto netto: abbiamo grandiosi computer nella nostra roadmap. Nessuno dovrebbe preoccuparsi di questo.”
I computer fissi, per Apple, sono “molto strategici” per una semplice ragione: la potenza che possono garantire è “molto importante” per diversi utenti ed è addirittura “critica” per altri. E reitera: l’attuale iMac è il migliore mai prodotto da Apple, mentre il suo display 5K è il miglior display mai sfornato dalla mela.
Il che è molto vero, ma qui non si chiedeva chissà che grande rivoluzione. Ci saremmo accontentati molto più modestamente di un piccolo speedbump di processore e GPU; qualcosina per giustificare una spesa da migliaia di Euro, in attesa dei “grandiosi prodotti Desktop.”
Il messaggio si conclude con un invito a non rifugiarsi sempre nella logica del profitto; talvolta, scrive l’iCEO, non è facile “vedere precisamente forse dove ti stai muovendo, in un primo momento.” È solo alla fine, che si può ricostruire il percorso fatto, come con Apple Watch, che ha portato a ResearchKit e a poi a CareKit. Apple, conclude, non esplora nuove strade per il ritorno nell’investimento, ma per la scoperta in sé, e perché può portare chissà dove. Altro che l’aggiornamento del processore.