L’amministrazione Trump ha recentemente preso una posizione decisa sulle tariffe elettronica, eliminando ogni possibilità di esenzioni per prodotti come smartphone e laptop importati, in particolare dalla Cina. Dopo un’iniziale dichiarazione della U.S. Customs and Border Protection che aveva generato aspettative su possibili agevolazioni, il presidente ha categoricamente smentito questa ipotesi con un annuncio su Truth Social. L’obiettivo dichiarato è proteggere la produzione nazionale, concentrandosi su un’indagine approfondita della filiera dell’elettronica tramite le National Security Tariff Investigations.
Secondo Jamieson Greer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti, i cambiamenti tariffari relativi ai semiconduttori non rappresentano una vera esenzione, ma piuttosto un “cambio di regime tariffario”. Il segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha inoltre chiarito che eventuali esenzioni saranno solo temporanee, con nuove tariffe che entreranno in vigore entro uno o due mesi. Questi sviluppi hanno creato una notevole incertezza nel settore tecnologico, con molti CEO che hanno definito le politiche tariffarie “confuse e destabilizzanti”.
Le reazioni non si sono fatte attendere, soprattutto da parte di grandi aziende come Apple, che dipendono fortemente dalla produzione cinese. Tuttavia, secondo Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, i giganti tecnologici stanno accelerando i piani per trasferire la produzione negli Stati Uniti. Trump ha sottolineato che queste aziende hanno promesso investimenti per trilioni di dollari, coinvolgendo nomi di spicco come Apple, TSMC e Nvidia.
Le nuove tariffe “reciproche” imposte dall’amministrazione hanno raggiunto il 145% per i prodotti provenienti dalla Cina, mentre altri paesi affrontano un dazio base del 10%. Questa mossa riflette una strategia economica fortemente protezionistica, mirata a favorire la produzione nazionale anche a costo di sacrificare temporaneamente le relazioni commerciali internazionali.
Un aspetto cruciale di questa strategia è il focus sulla catena approvvigionamento. L’amministrazione sta valutando misure per garantire che le aziende americane possano ridurre la loro dipendenza da fornitori esteri, soprattutto per componenti chiave come i semiconduttori. Questo potrebbe comportare un sostanziale riallineamento delle priorità produttive e un aumento degli investimenti interni in ricerca e sviluppo.
Nonostante le critiche, Trump appare determinato a mantenere la rotta. Secondo alcuni analisti, questa politica potrebbe rafforzare l’industria statunitense nel lungo termine, ma comporta rischi significativi nel breve periodo, tra cui l’aumento dei costi per i consumatori e un rallentamento delle innovazioni tecnologiche. Tuttavia, l’obiettivo finale sembra essere una maggiore indipendenza economica e un rilancio della competitività americana su scala globale.