[blogo-video id=”208359″ title=”Turchia VS. Trump: Distruzione iPhone” content=”” provider=”brid” video_brid_id=”” video_original_source=”” image_url=”https://s3.eu-west-1.amazonaws.com/video.blogo.it/thumb/ZoseCNRV-640.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”312090″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMjA4MzU5JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSBjbGFzcz0nbXBfdmlkZW9fdGhlbWUgaWZyYW1lX19tcF92aWRlb190aGVtZScgc3JjPSJodHRwczovL21lbGFibG9nLmFkbWluLmJsb2dvLml0L3ZwLzIwODM1OS8iIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj0idHJ1ZSIgd2Via2l0YWxsb3dmdWxsc2NyZWVuPSJ0cnVlIiBtb3phbGxvd2Z1bGxzY3JlZW49InRydWUiIGZyYW1lc3BhY2luZz0nMCcgc2Nyb2xsaW5nPSdubycgYm9yZGVyPScwJyBmcmFtZWJvcmRlcj0nMCcgdnNwYWNlPScwJyBoc3BhY2U9JzAnPjwvaWZyYW1lPjxzdHlsZT4jbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMjA4MzU5e3Bvc2l0aW9uOiByZWxhdGl2ZTtwYWRkaW5nLWJvdHRvbTogNTYuMjUlO2hlaWdodDogMCAhaW1wb3J0YW50O292ZXJmbG93OiBoaWRkZW47d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9ICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18yMDgzNTkgLmJyaWQsICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18yMDgzNTkgaWZyYW1lIHtwb3NpdGlvbjogYWJzb2x1dGUgIWltcG9ydGFudDt0b3A6IDAgIWltcG9ydGFudDsgbGVmdDogMCAhaW1wb3J0YW50O3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7aGVpZ2h0OiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fTwvc3R5bGU+PC9kaXY+”]
Sembra passato un millennio da quando Erdogan aizzava le folle attraverso FaceTime, dunque con tecnologie della mela. Ora il contrordine è di boicottare tutti i prodotti a stelle e strisce, e in particolar modo Apple.
Tutto è iniziato con la prova di forza sul pastore protestante americano Andrew Brunson, formalmente imprigionato in Turchia per spionaggio e terrorismo (pare invece che sia un sodale di Fethullah Gülen, il nemico politico numero uno di Erdogan); accuse che chiaramente gli USA rispediscono al mittente.
A questo punto, le cose sono precipitate. Per ripicca, Trump ha raddoppiato i dazi su acciaio e alluminio, causando il crollo della Lira, instabilità economica in tutta l’area e ripercussioni a catena anche sulle Borse europee. E così, il presidente turco ha lanciato l’inevitabile appello: boicottare ciò che viene da oltreoceano e in particolar modo l’iPhone, che per qualche strana ragione è diventato il simbolo della protesta.
Risultato, su Twitter (società americana) è partito un tormentone che non accenna a placarsi; un numero crescente di turchi indignati, infatti, ha pubblicato il video della distruzione del proprio smartphone Apple. Cioè di un dispositivo costruito in Cina da una delle aziende private più liberali e critiche nei confronti di Trump. Avete presente quegli assurdi video su YouTube in cui iPhone viene congelato nella Coca Cola e gettato in un vulcano acceso da un drone in sorvolo? Ecco, più o meno la stessa roba, solo che fa ridere molto meno.
E i primi contraccolpi iniziano già a sentirsi. In Turchia i principali rivenditori hanno già cancellato gli ordinativi di iPhone, iPad e Mac per milioni di dollari. Con quali esiti, lo scopriremo molto presto.