La proposta a cui sta lavorando l’Unione Europea potrebbe costringere i produttori a reintrodurre l’uso della vecchia batteria rimovibile sugli smartphone. Se l’iniziativa passasse, per poter continuare a vendere nel mercato comune, Apple sarebbe di fatto Apple costretta a modificare iPhone per rendere possibile la sostituzione della batteria da parte dell’utente.
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Dopo il tira e molla sul caricabatterie universale c’è un’altra iniziativa che rischia di funestare la giornata a Tim Cook; nel tentativo di proteggere i consumatori e l’ambiente, la UE sta ipotizzando un nuovo quadro normativo volto a ridurre l’impatto dei rifiuti elettronici. Lo rivela il quotidiano olandese Het Financieele Dagblad.
Il discorso è semplice: quando la batteria di uno smartphone arranca, anche le prestazioni calano, inducendo indirettamente l’utente ad acquistare il modello nuovo. La sostituzione fuori garanzia avviene attraverso personale altamente qualificato (e dunque costoso) e ciò scoraggia il riuso del dispositivo.
Facciamo un esempio concreto: iPhone 5c. La sostituzione della batteria di questo modello costa, in Apple Store, 55€ per un telefono che su eBay si trova rigenerato a 75€ inclusi 12 mesi di garanzia. Va da sé che, con simili cifre in ballo, conviene piuttosto buttare il vecchio e acquistare il rigenerato (o un prodotto ancora più recente), raddoppiando così la quantità di rifiuti generata nel lungo termine.
Se l’operazione di sostituzione della batteria fosse alla portata di tutti, invece, probabilmente allungheremo la vita media di ogni smartphone; cosa che gli investitori non gradirebbero.
D’altro canto, è facile immaginare l’opposizione di Apple a questo tipo di proposta. Una batteria rimovibile infatti costringerebbe a rivedere l’intera ingegnerizzazione dell’iPhone, senza contare le implicazioni sul fronte dell’impermeabilità e dello spessore complessivo del dispositivo, e quelle sull’innovazione in generale.
In ogni caso, occorre sottolineare che si tratta di una ipotesi non ancora pubblica, e ben lontana dall’aver raggiunto una forma definitiva; detta in altre parole, l’iter è ancora lungo. Ma nella sua bozza embrionale già prevede di rendere disponibili i pezzi di ricambio con forme e prezzi equi, e che gli articoli invenduti vengano riutilizzati e riciclati. Una rivoluzione che scontenterebbe molti nell’industria, mica solo Apple.