Quando ci capita di usare un word processor, e chiediamo al nostro monitor di visualizzare il layout di stampa di un qualunque documento, esso viene rappresentato come se lo componessimo su vera carta, con tanto di bordi e proiettata, sulla destra, un’ombreggiatura. Per le parole che stiamo scrivendo, è una speranza alla Pinocchio nella possibilità di diventare reale, una volta che sarà stampata. Eppure, questi fogli del tutto virtuali, prima di venire al mondo, potrebbero essere molto di più.
Pur di sfuggire agli inconvenienti dei veri inchiostri che macchiano, alle orecchie che imbruttiscono, la videoscrittura tradizionalistica (Microsoft Word, ad esempio), spesso, rinuncia agli stessi superpoteri di cui la sua particolare realtà l’ha dotata. E non sarebbero pochi.
Questa è una specie di tradizione accademica o realistica di cui Ulysses, word processor per solo Mac, è l’avanguardia rivale…
Non c’è alcuna finzione cartacea, in esso. I progetti sono concepiti per organizzare documenti, e i documenti per fare lo stesso con le idee. Il tutto potrebbe anche sembrare un po’ bruttino, a prima vista, ma solo in quanto fortemente picassiano. Proprio come, nella pittura cubista, un oggetto viene raffigurato non solo per come appare, ma anche per come vorremmo che apparisse o temiamo che appaia, secondo i casi, anche per Ulysses l’aspetto di un documento è solo uno dei punti di vista possibili, perché i nostri ricordi e i nostri desideri intorno ad uno scritto contano molto più di quello che gli occhi possono vedere.
Lo stesso articolo può essere modificato da diversi punti di vista, contemporaneamente lasciati in sospeso: letteralmente possiamo stravolgere un lieto fine di romanzo – dalla casella di testo sul fondo alla finestra – nel mentre i suoi protagonisti ancora sono convintissimi del loro amore, nella parte alta dello schermo, qualche pixel più su. E’ uno split-screen alla Mario Kart; solo che invece di vedere sfidarsi Luigi e Browser, la gara è fra una versione e l’altra della nostra immaginazione.
E mentre correggiamo un’ultima bozza, dieci altri capitoli di una tesi che crediamo già fatta e discussa fanno capolino da altrettante anteprime in una colonna sulla sinistra. E tutte copiabili e incollabili. Ulysses ci insegna come dovrebbe essere fatto un programma di videoscrittura sopra le righe. Ma tutto questo non vi sembra anche un simbolo delle differenze più generali fra il mondo di Windows e quello di OSX?