Spencer Webb, l’esperto di elettronica che denunciò per primo il caso Antennagate dell’iPhone 4, ha lodato le scelte tecnologiche e di design fatte da Apple con l’iPhone 5. La sua struttura, spiega, dovrebbe garantire una ricezione nettamente migliore rispetto alle generazioni precedenti.
Grazie al design allungato, infatti, c’è più spazio per l’antenna, e “quindi la diversità di spazio funziona meglio,” spiega Webb. Col termine “diversità di spazio” si intende la distanza tra due antenne, nel nostro caso poste in cima e in fondo alla scocca dello smartphone. In condizioni di scarsità di segnale, è molto probabile che una riceva meglio rispetto all’altra, e ciò consente di ottimizzare stabilità e qualità della connessione. Insomma, con le scelte fatte da Apple in fase progettuale, “la probabilità che una delle due antenne recepisca un segnale migliore è più alta.”
Ma c’è molto di più:
Ergonomicamente, se l’iPhone più alto, una mano media non sarà in grado di coprire entrambe le antenne. È difficile mantenerlo “male.” In più, poiché LTE opera ad una frequenza più bassa, tipicamente 700 MHz, la separazione aggiuntiva si rivela perfino più preziosa.
Ma anche il corpo in alluminio del nuovo iPhone 5 aiuterà le prestazioni dell’antenna, contribuendo ad abbattere ulteriormente il problema della sensibilità alle mani degli utenti. La parole chiave qui è sensibilità.
In altre parole, i cambiamenti nelle prestazioni dovuti a “come lo tieni in mano” avranno un’importanza decisamente inferiore.
Inoltre, il supporto completo allo standard LTE porterà ulteriori vantaggi a lungo termine per gli utenti vecchi e nuovi, e perfino per i carrier. “Le velocità più alte” del protocollo di telecomunicazione, infatti, “riguardano più il decongestionamento del traffico di rete che le richieste fatte dalle app; ora, il traffico fluirà -e si toglierà di mezzo- molto più velocemente.” Per farla breve, in futuro il traffico dati in mobilità sarà sempre più veicolato verso le reti LTE, lasciando libere quelle 3G per tutto il resto.