È vero che il salto evolutivo più ovvio per l’iPad mini è costituito dall’adozione del display Retina; una simile scelta, tuttavia, comporterà un grosso problema per Cupertino. Stando ai calcoli effettuati da DigiTimes, infatti, un tablet con caratteristiche simili costerebbe all’utente finale almeno il 30% in più.
Se ora come ora Apple includesse la tecnologia Retina all’interno di un iPad mini, i costi della componentistica lieviterebbero di almeno 12 dollari, innalzando oltre i 200$ il costo di produzione per unità. Sembra una cifra di poco conto, ma va considerata nel suo complesso. Il Retina display infatti ha anche bisogno di molte altre componenti specifiche e di particolari accorgimenti durante la fase d’assemblaggio; un esempio su tutti, il pannello di retroilluminazione molto più performante. Alla fine, insomma, si parla d’un 30% di incremento dei costi fondamentali.
Se ricordate, le stime di IHS sui costi di produzione dell’iPad mini avevano rivelato che lo schermo, nonostante si trattasse d’un comunissimo LCD, costava ad Apple ben 80$; praticamente, assorbe da solo il 43% dei 188$ necessari per tutta la componentistica e l’assemblaggio di ogni singola unità.
Certo è che gli sviluppi tecnologici e i naturali assestamenti della catena delle forniture hanno sicuramente contribuito ad abbassare tali costi; il che significa che Apple potrebbe riuscire ad incastonare un Retina anche senza dover operare tagli sui margini di profitto. Margini che, a onor del vero, non sono proprio bassissimi: pare siano compresi tra il 43% e il 56% rispettivamente per i modelli da 16 e 64GB.
Quando fu l’iPad da 9,7″ a passare al Retina, i prezzi finali per il pubblico non subirono variazioni, ed è molto probabile anche stavolta le cose vadano nel medesimo modo. Di sicuro, l’iPad mini è stata un’intuizione felice: contrariamente a quanto sostenuto dai suoi critici più agguerriti, infatti, DigiTimes calcola che il form factor da 7 pollici raggiungerà in generale i 180-240 milioni di unità entro il 2013.