La vulnerabilità -o la leggerezza, perché di questo si tratta- che consente alle app di terze parti l’accesso indiscriminato ai dati personali dell’utente è ancora sotto i riflettori dei media, questa volta a causa della lettera alla FTC del senatore democratico Chuck Schumer. Il polverone sulla questione della tutela della privacy in iOS, insomma, non accenna ancora a posarsi.
La missiva inviata alla Federal Trade Commission esprime fortissimi preoccupazioni sulla possibilità che foto e numeri telefonici siano inviati selvaggiamente a server terzi senza un’esplicita autorizzazione; ciò andrebbe “ben oltre” le aspettative d’un utente medio, e costituirebbe una cattiva condotta da parte delle società produttrici di smartphone come Apple ma anche Google:
Si dovrebbe richiedere ai produttori di smartphone di approntare misure di sicurezza atte a garantire che le applicazioni di terze parti non siano in grado di violare la privacy personale degli utenti rubando loro fotografie o dati che l’utente non ha consapevolmente deciso di rendere pubbliche.
Dal canto suo, Apple si è ufficialmente impegnata a risolvere la questione su due fronti; uno interno, con la creazione di specifiche opzioni nelle Preferenze di iOS, e uno esterno, con un accordo firmato anche da Microsoft, Google, HP, Amazon e RIM. Tutte misure che potrebbero rivelarsi più che sufficienti: non è infatti detto che la lettera all’FTC si trasformi automaticamente in un intervento del governo o in una azione diretta da parte delle autorità.