Proprio mentre iFixit si accingeva al rito della dissezione d’un iPad mini, quelli di Chipworks studiavano più da vicino il chip incastonato nel nuovo dispositivo iOS di Cupertino. Nessuna grossa sorpresa, comunque: è un system-on-a-chip A5 assemblato da Samsung con processo produttivo a 32 nanometri.
Originariamente, l’A5 veniva prodotto con tecnologie a 45 nanometri, ma poi -con lancio della revisione di iPad 2 e con la nuova Apple TV lo scorso aprile– è passata ai più efficienti 32 nanometri. È il medesimo chip che troviamo anche nell’ultima generazione di iPod touch:
Ricordate quando in passato Apple aveva lanciato l’A5X con gran fanfara? Al tempo, Apple aveva anche modificato il processo produttivo del chip A5 infilando una versione da 32 nm dentro l’iPad 2 e le Apple TV di terza generazione. (Probabilmente) Apple se la sta giocando in questo modo perché non vogliono che la gente valuti i loro prodotti in base alle specifiche tecniche, ma basandosi sull’esperienza complessiva del dispositivo.
A causa di questo comportamento, sono state formulate diverse congetture riguardo la possibilità o meno che accadesse nuovamente la stessa cosa: un nuovo processo produttivo per un nuovo prodotto. Magari anche un nuovo partner asiatico? La risposta è no.
Basta dare un’occhiata alla sezione trasversale dei chip, infatti, per rendersene conto: l’A5 che troviamo nell’iPad mini è identico agli altri A5 visti finora. Ciò sta a indicare che Samsung è ancora coinvolta attivamente nella produzione e nell’assemblaggio delle CPU. Ancora un nulla di fatto, quindi, per quanto concerne l’accesso in esclusiva agli impianti della TSMC; il gioco delle parti tra Apple e Samsung è destinato a perdurare anche un po’.