Stando alla recente analisi di Charlie Wolf della Needham & Co., il cosiddetto “effetto wow” dei computer Apple sta rapidamente scemando, cui corrisponde un calo importante nelle vendite. Certo, non precipitevole come il resto del mercato PC (-11,3% nel Q2 2013) ma comunque degno di nota. Di conseguenza, il Mac avrebbe perso parte dell’appeal che conquistava gli utenti Windows e li convinceva allo switch. Se annoveriamo anche l’iPad nel nel mucchio, attualmente il Mac copre appena il 20% delle consegne totali di PC di Cupertino.
Le vendite di computer con mela andavano a gonfie vele sin dal 2005, cioè l’anno in cui l’iPod era re incontrastato nel mercato dei lettori MP3. La popolarità del gingillo era tale da invogliare a provare altri prodotti dell’Apple Store e questo ha finito col generare un flusso costante di clientela fresca. Da allora, secondo Wolf, non meno di 40 milioni di utenti hanno abbandonato Windows in favore di OS X, ma a questo punto il processo inizia a rallentare. Il design dei PC attuali, oramai, è “adeguato ai compiti da svolgere” e in generale la piattaforma Mac non viene più percepita come la killer app che giustifichi la fatica del cambio e l’esborso:
Gli aggiornamenti incrementali [soprattutto agli iMac e ai MacBook Air, n.d.A.] hanno aggiunto poco al lustro dei precedenti modelli. E sebbene riteniamo che il Mac sia ancora superiore ai PC, le consegne suggeriscono che la motivazione degli utenti Windows a effettuare il cambio possa essere diminuita.
E se consideriamo che le macchine attuali sono “virtualmente perfette per il mercato PC,” è facile comprendere il grado di preoccupazione che deve imperversare ad Infinite Loop numero 1. Su una cosa, tuttavia, possono stare tranquilli: Apple continua ad essere il produttore coi maggiori profitti dell’intero settore, e se col MacBook Air si è guadagnata il 56% del segmento degli ultrabook, con l’iMac regna sugli all-in-one. Insomma, non proprio motivi di disperazione, vista la congiuntura mondiale.