WebP è il nuovo formato di immagini per il web lanciato pochi giorni fa da Google.
L’introduzione di WebP, che è un formato lossy, che cioé compresso sacrificando parte delle informazioni, rientra nell’obiettivo di Google di “rendere il web più veloce” e nello specifico si tratta di una sfida rivolta allo standard de facto, il Jpeg. Nell’immediato non sono mancate le critiche all’azienda di Brin e Page: il risparmio di spazio rispetto al Jpeg non è stratosferico (ed è variabile) e il WebP non pare avere caratteristiche particolarmente innovative o avanzate al di là della riduzione nei dati trasmessi, se e quando sarà accettato e abbastanza diffuso.
Ma a livello software qualcosa si sta muovendo, segno che perlomeno da parte di alcuni sviluppatori c’è attenzione e voglia di dare una chance a questa nuova proposta. E una delle novità più interessanti è per la piattaforma Macintosh e permette di usare da subito il formato.
Detto questo c’è una cattiva notizia. Per convertire da e verso WebP è per necessario usare webpconv il software da shell fornito da Google per Linux a 64 bit. In alternativa è disponibile un’implementazione in .NET (sempre a linea di comando) per Windows. Entrambi partono dal codice sorgente messo a disposizione dall’azienda di Mountain View e la speranza è che a breve venga offerto uno strumento equivalente (o meglio) anche “for the rest of us”.
Per visualizzare un’immagine in WebP è necessario avere un programma abilitato. Google ha già annunciato che sta lavorando a una patch per WebKit in modo da poter offrire il supporto nativo in versioni future di Chrome. E ci stanno lavorando anche i produttori del programma di grafica Pixelmator.
Nel frattempo c’è però è comparsa una soluzione molto comoda per gli utenti Apple che una volta tanto si ritrovano in netto vantaggio su quelli Windows e Linux.
Per visualizzare una pagina web che contiene dei WebP su Mac OS X non serve aspettare nulla o cambiare browser ma basta installare Weppy, un plugin realizzato da Nick Zitman.
Il download contiene un set plugin per browser. Uno è rivolto ai navigatori basati su Webkit e -per sicurezza- un altro a quelli che usano la vecchia tecnologia di Netscape. I file vanno copiati nella cartella “Internet Plug-Ins” che si trova nella Libreria. Si può scegliere se in quella nella root (a livello più basso nel disco) o nella home, a seconda se si vuole abilitare il supporto per tutti gli utenti o solo per il nostro.
Weppy richiede Mac OS X 10.5 o successivo ed è in versione Universal e quindi -almeno a sentire l’autore- utilizzabile anche da chi ha un computer con processore PowerPC.
Zitman parla di compatibilità pressoché totale con i maggiori browser per Mac. In realtà, da prove effettuate, i plugin sembrano abilitare la visione delle immagini WebP solo in alcuni* e più precisamente in:
- Safari 4 e 5
- Firefox 3.6 e 4 beta
- Google Chrome 6
- build recenti di Chromium
- Seamonkey
Non sembra esserci nulla da fare invece per Opera (provata l’ultimissima 10.62) o Camino (2.0.4) o per il vecchio Safari 3.
Detto questo ecco qui sotto un esempio di immagine WebP che è possibile vedere se si ha Weppy.
Chiudiamo con un avvertimento per chi realizza le pagine web deve tenere ben presente un dettaglio della soluzione mostrata. L’utilizzo di un plugin per gestire il nuovo formato significa che sul versante HTML le immagini WebP vanno trattate come contenuti esterni (ad esempio in Flash o audio/video in QuickTime). Invece del consueto tag <img> va usato quindi quello <object> specificando il type.
Ecco la riga di HTML usata per incorporare e mostrare l’immagine di esempio.
<object data=”http://www.nicoladagostino.net/altro/mostapollo.webp” height=”300″ width=”400″ alt=”immagine in formato webp del ponte Apollo di Bratislava” type=”image/webp”></object>
* Nota: se avete provato altri browser non citati e potete confermarne la compatibilità sono gradite segnalazioni nei commenti, grazie.