L’adozione dei processori Intel ha indubbiamente spalancato, tramite BootCamp, le porte agli utenti Apple per installare numerosi sistemi operativi oltre al nostro amato Mac OS. Tralasciando l’ovvio Windows, moltissime distribuzioni di Linux, da Ubuntu a Red Hat, sono già disponibili (o lo saranno presto) per essere installati sui nuovi computer della mela.
Ma si può andare oltre, si può pensare ancora più differente e farsi venire l’idea di installare un sistema operativo talmente alternativo da essere quasi border-line.
Stiamo parlando di BeOS, o meglio del suo successore, Zeta.
A questo punto alcuni dei lettori, probabilmente quelli che hanno in testa qualche capello bianco in più, vuoi per il tempo che passa, vuoi per i dispiaceri provocati da Apple negli anni ’90, avranno la classica lampadina che si accende in testa, ed evoca un turbine di ricordi ormai sopiti.
Per esempio la faccia e l’accento di Jean-Louis Gassée che, esule da Cupertino, fondò nella natia terra francese l’azienda che avrebbe dovuto produrre un OS rivoluzionario, tanto da sbaragliare la concorrenza di Microsoft e di Apple.
Per esempio il tira e molla di quel maledetto 1996, quando a Cupertino tirava tempesta e Gil Amelio, CEO dalla poltrona traballante (Apple aveva perso 1 miliardo di dollari nell’ultimo anno), inizialmente voleva fortissimamente BeOS, per poi preferirgli NextStep ed essere scalzato dal figliol prodigo Steve Jobs.
Per esempio il 2001, quando pareva fatta per l’acquisizione di BeOS da parte di Palm, poi non se ne fece più niente e BeOS pareva segnato.
Ma BeOS non è morto, ed è stato tenuto in vita da una piccola software house, la yellowTAB, che l’ha ribattezzato Zeta e ne ha fatto la base per un nuovo sistema operativo.
Se ci pensate, questa epopea ricorda molto quella di Mac OS, seppure con un ordine di grandezza economico decisamente inferiore.
Oggi Zeta conta su un gruppo di utenti sparuto ma molto orgoglioso ed appassionato, su una software house, la yellowTAB, piccola ma attivissima e, finalmente, su un distributore, Magnussoft di livello internazionale.
Il supporto per Mac con processore Intel verrà garantito dalla prossima versione, la 1.3, ed in maniera nativa con supporto per EFI e un loader fresco di scrittura.
Può essere l’occasione giusta per dare una chance a questo sistema operativo che è più di un revival per nostalgici e può dire ancora la sua nel terzo millennio.
E poi, più Think Different di così non si può…