Ricorderete senza dubbio Zorro Macsk, un accessorio relativamente poco costoso (99 su Amazon) in grado di trasformare qualunque iMac in un dispositivo Multi Touch. Con l’ultimo update il sistema creato dalla cinese TMDtouch diventa ancora più reattivo e preciso, ma resta sconsigliabile per quanti, col Mac, lavorano seriamente.
Il Multi Touch su Mac non è una novità assoluta. Negli anni passati, per esempio, in più d’una occasione abbiamo parlato della soluzione creata da Troll Touch, molto complessa e quindi anche molto costosa, che consiste nell’installazione d’un pannello capacitivo sullo schermo del Mac con prezzi a partire da 800$ in su. La tecnologia sviluppata da TMDtouch, invece, costa molto meno ed è anche molto meno invasiva.
Si tratta d’una sorta di maschera dotata di sensori a infrarosso che si appone sulla scocca dell’iMac, capace di percepire il movimento delle dita e di convogliarlo via USB al computer. Tutti i gesture Multi Touch di OS X sono supportati, ma l’esperienza utente spesso si rivela frustrante:
Il problema più grosso deriva dai gesture più complicati a tre o quattro dita, la maggior parte dei quali non ha funzionato come previsto. Inoltre, come è facile immaginare, i pulsanti più piccoli -come Contrai o Nuovo Tab in Chrome- possono essere difficile da gestire. Dopo aver configurato le preferenze di mouse e tastiera come suggerito dalla guida, tutto funziona un po’ meglio, ma restano gli stessi problemi.
Il bello è che con alcune applicazioni, o classi d’applicazioni che richiedono solo singoli clic, Zorro Macsk sembra davvero perfetto. Per esempio, in giochi come Angry Birds, con i titoli per disegnare o con Google Earth l’esperienza utente appare perfino divertente; in generale “la funzionalità non è molto inferiore al touch screen che si rirova sui moderni Desktop PC” ma è qualcosa che “non sostituirà il vostro mouse né la vostra tastiera.” È solo un modo diverso d’interagire con la macchina, utile in contesti piuttosto circoscritti:
È più indicato per le esperienze casual, da un tap e via, perché non se la cava affatto bene con le app professionali che richiedono input precisi. Zorro Macsk non fornirà di certo un’esperienza touch screen à la iPad.
La conclusione è semplice: il gingillo costa poco ed è molto indicato per l’utente casuale, per i bambini e in abbinamento al software più elementare. In ambito business potrebbe costituire l’approccio ideale per un chiosco informativo o giù di lì, ma di certo non costituisce un presidio di produttività. Peccato soltanto che non l’abbiano provato con Garageband: lì sì che avrebbe dato il meglio di sé.